FORLI, Musei San Domenico
MADDALENA. Il Mistero e l’Immagine

200 opere, da Vivarini a Guttuso. La grande mostra di primavera a Forlì
1 giorno
20/04/2022
€ 85,00
VAN 9 posti da UD/PN, Portogruaro, san Donà, Mestre/PD

Si intitola Maria Maddalena. Da Vivarini a Guttuso l’esposizione e sarà visitabile dal 4 marzo al 26 giugno 2022

A Forlì, presso gli spazi dei Musei San Domenico, verranno esposte 200 opere dedicate alla figura emblematica della Maria Maddalena nella storia dell’arte.

Cronologicamente appartenenti all’arco temporale tra il III secolo dopo Cristo e il Novecento, le tele raccontano uno dei più misteriosi personaggi della religione.
La curatrice
Cristina Acidini, curatrice della mostra insieme a Paola Refice e Fernando Mazzocca, ha dichiarato: “Maddalena però ha molte altre facce. È la mirrofora, col vaso del balsamo (elegante e misteriosa, tra le fiorentine, quella del Bachiacca). È, con Marta, la padrona di casa che accoglie Gesù alla sua mensa, come nella splendida evocazione di Alessandro Allori”.

Nella mostra trovano spazio opere di grandi Maestri dell’arte, da Beato Angelico al Pontormo, da Barrocci a Canova. Già dal titolo Maria Maddalena. Da Vivarini a Guttuso ;si evince la dilatazione temporale dell’esposizione.

Maria Maddalena

Dedicata alla misteriosa e conturbante figura della Maddalena, la splendida mostra ospiterà moltissimi capolavori suddivisi in 11 sezioni. Ci saranno tele, sculture, miniature e arazzi, ma anche oggetti in argento e opere grafiche. Il percorso espositivo prenderà il via all’interno della Chiesa di San Giacomo e delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico.

 

QUOTA € 85,00

COMPRENDE: viaggio con pullman o VAN 9 posti, biglietto ingresso mostra e supporto audioguida, assicurazioni di viaggio RC agenzia, assistenza di accompagnatore Lira Viaggi.

 

È ufficiale. “Maddalena. Il mistero e l’immagine”, la nuova grande mostra organizzata ai Musei San Domenico di Forlì dalla Fondazione Cassa dei Risparmi in collaborazione con l’Amministrazione comunale, verrà inaugurata il prossimo 26 marzo, con apertura al pubblico dal giorno dopo e prenotazioni disponibili a breve. Fino al 10 luglio sarà possibile ammirare tutti i giorni, compresi i lunedì, circa 230 opere di 200 autori che racconteranno l’evolvere della visione di Maria Maddalena nell’arte fino all’età contemporanea: ancora top secret invece temi e struttura delle prossime grandi mostre.

«In 17 sezioni – spiega Gianfranco Brunelli, coordinatore delle esposizioni del San Domenico – si snoda la vicenda del terzo dei grandi miti su cui si fonda l’immaginario occidentale, dopo Ulisse e Dante, Maria di Magdala. È una figura profondamente legata al mistero di Dio, come mostrano i Vangeli canonici, la prima a vedere Cristo risorto e ad annunciarlo ai discepoli. È un personaggio che unisce cielo e terra, ed è una donna: per questo il suo diventa un mito fondamentale per la stessa Chiesa. Il tema del mistero che ci avvolge può assumere infatti con lei l’immagine di una persona: che questa persona sia una donna ci rende ancora più caro il mistero stesso, e propone il tema del grande “forse”
della vita».
Questa complessa narrazione è affidata a una struttura idealmente circolare, con un grande allestimento, ancora misterioso, nella ex chiesa di san Giacomo, fino all’ultima stanza dove un video di Bill Viola fa emergere la lettura contemporanea del dolore e del sacrificio. I prestiti provenienti da tutta Europa, nonostante le difficoltà causate dalla pandemia, tracciano anche un percorso cronologico, che va dall’iconografia precristiana della “Morte di Meleagro” anticipatrice di deposizioni e compianti delle epoche successive, su tutte quella di Mantegna, e tocca poi le diverse letture del personaggio fatte dagli artisti nei secoli.

«La Maddalena penitente, la mistica dell’arte fra XIII e XV secolo si trasforma poi, nella lettura manierista, in una figura nuova, più sensuale, una cortigiana come la raffigurano Tiziano, Veronese, Tintoretto o Pontormo. Nel ’600 poi diventa la “peccatriceanta” in cui viene identificato il tema dell’incontro fra corpo e spirito, mentre l’equivoco sulla identificazione di Maria Maddalena con “Marie” diverse citate dai Vangeli, continua a produrre frutti nell’arte: e autori come Jusepe De Ribera la rendono portatrice del tema della rinuncia ai beni terreni, della “vanitas vanitatum”».

Tornano a Forlì artisti come Mengs, come il Canova della “Maddalena penitente” di San Pietroburgo, e Hajez. Ma sarebbe davvero troppo lungo citare tutti, anche se è imperdibile la “Maria Maddalena” di Savoldo, e costituisce una sfida a sé lo spazio riservato alla lettura novecentesca del personaggio. «Il ’900 ne fa un racconto ancora diverso – commenta infatti Brunelli –. Maddalena quindi è una figura che protesta contro una condizione che non le appartiene, ma diventa anche simbolo delle tragedie del secolo: ed ecco Chagall, con l’opera forse più grande da lui dipinta, Casorati, De Chirico, o la grande crocifissione di Guttuso».

 

 

 

 

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