oltre 100 capolavori di Fattori, Lega, Signorini, Cabianca, Borrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private - solitamente inaccessibili - e da importanti istituzioni museali
Mostra
I MACCHIAIOLI
BRESCIA, Palazzo Martinengo
1 giorno
25/05/2024
€ 85,00
AN 9 posti da UD/PN, Portogruaro, San Donà, VE/TV/PD

PROGRAMMA

Partenza a orari che saranno definiti. Arrivo a BRESCIA e ingresso mostra. Pomeriggio passeggiata guidata a Brescia. Ritorno

 

 

Palazzo Martinengo a Brescia si prepara ad accogliere una rivoluzione.
Una rivoluzione artistica, quella dei Macchiaioli, ovvero quel gruppo di giovani pittori che nella Firenze del secondo Ottocento diedero vita a una delle più originali e innovative avanguardie artistiche europee del XIX secolo.

Dal 20 gennaio al 9 giugno 2024, la storica residenza cinquecentesca nel cuore della città ospita un’imperdibile mostra, curata da Francesca Dini e Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, che presenta oltre 100 capolavori di Fattori, LegaSignoriniCabiancaBorrani, Abbati e altri, provenienti in gran parte da collezioni private – solitamente inaccessibili – e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’Istituto Matteucci di Viareggio e la Fondazione CR Firenze.

Articolata in 10 sezioni, la retrospettiva bresciana racconta l’entusiasmante avventura di questi pittori progressisti che – desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si erano formati sotto l’influenza di importanti maestri del Romanticismo come Hayez e Bezzuoli – giunsero in breve tempo a scrivere una delle pagine più poetiche della storia dell’arte non solo italiana, ma europea. Ed è proprio per via dei valori universali che la sottendono che l’arte dei Macchiaioli risulta così moderna e attuale: alcuni dei capolavori esposti in mostra come le Cucitrici di camicie rosse di Borrani, la Raccolta del fieno in maremma di Fattori, I fidanzati di Lega e Pascoli a Castiglioncello di Signorini rimangono indelebilmente impressi nella memoria, affascinando per la qualità pittorica, lirica e luministica.

La mostra di Palazzo Martinengo raccoglie le opere “chiave” di questo percorso allo scopo di raccontare i diversi momenti della ricerca dei Macchiaioli, i luoghi a loro famigliari – il Caffè Michelangiolo di Firenze, Castiglioncello, Piagentina, la Maremma e la Liguria -, il confronto con gli altri artisti e con le diverse scuole pittoriche europee; i loro smarrimenti, la capacità di mettersi collettivamente in discussione e di sterzare – se necessario – il timone per proseguire sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare mai la via maestra della luce e della macchia.

Il termine “Macchiaioli” fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo di Firenze, che così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia, infatti, significa agire furtivamente, illegalmente. Alla luce delle più recenti ricerche, la vicenda dei Macchiaioli assume una rilevanza critica sempre più significativa, perché essi instaurarono un dialogo aperto, propositivo e audace con le più importanti comunità artistiche dell’Europa del tempo.

I MACCHIAIOLI

 

A partire dal 20 gennaio 2024 Palazzo Martinengo ospiterà un’imperdibile mostra che ripercorrerà l’entusiasmante rivoluzione dei Macchiaioli, un gruppo di giovani pittori che nella Firenze del secondo Ottocento diedero vita a una delle più originali avanguardie artistiche europee del XIX secolo.

I curatori Francesca Dini e Davide Dotti hanno ideato una retrospettiva di oltre 100 opere di FattoriLegaSignoriniCabiancaBorraniAbbati e altri ancora, per lo più capolavori provenienti da collezioni private – solitamente inaccessibili – e da importanti istituzioni museali come le Gallerie degli Uffizi di Firenze, il Museo della Scienza e Tecnologia “Leonardo da Vinci” di Milano, i Musei civici di Udine (GUARDA LA GALLERIA OPERE).

Il termine “Macchiaioli” fu coniato nel 1862 da un recensore della Gazzetta del Popolo di Firenze, che così definì quei pittori che intorno al 1855 avevano dato origine a un rinnovamento in chiave antiaccademica della pittura italiana in senso realista. L’accezione ovviamente era dispregiativa e giocava su un particolare doppio senso: darsi alla macchia, infatti, significa agire furtivamente, illegalmente.

Articolata in 10 sezioni tematiche, l’esposizione di Palazzo Martinengo racconta l’incredibile avventura di questo gruppo di artisti innovatori e progressisti che – desiderosi di prendere le distanze dall’istituzione accademica nella quale si erano formati sotto l’influenza di importanti maestri del Romanticismo come Hayez e Bezzuoli – giunsero in breve tempo a scrivere una delle pagine più poetiche della storia dell’arte non solo italiana, ma europea. Ed è proprio per via dei valori universali che la sottendono che l’arte dei Macchiaioli risulta così moderna e attuale: straordinari capolavori esposti in mostra come le Cucitrici di camicie rosse di Borrani, la Raccolta del fieno in maremma di Fattori e Pascoli a Castiglioncello di Signorini rimangono indelebilmente impressi nella memoria, affascinando per la sublime qualità pittorica, lirica e luministica. Lo sguardo intimo sulla realtà a loro contemporanea, la visione antieroica e profondamente umana che i Macchiaioli ebbero del Risorgimento – saranno visibili tele di Fattori e Signorini che immortalano i luoghi dove si svolse la celebre battaglia di San Martino e Solferino – hanno del resto incantato anche il mondo del Cinema, da Luchino Visconti a Martin Scorsese.

La mostra di Palazzo Martinengo raccoglie le opere “chiave” di questo percorso allo scopo di raccontare ai visitatori i diversi momenti della ricerca dei Macchiaioli, i luoghi a loro famigliari – il Caffè Michelangiolo di Firenze, CastiglioncelloPiagentina, la Maremma e la Liguria – il confronto aperto e costruttivo con gli altri artisti e con le diverse scuole pittoriche europee; i loro smarrimenti, la capacità di mettersi collettivamente in discussione e di sterzare – se necessario – il timone per proseguire sulla strada del progresso e della modernità senza abbandonare mai la via maestra della luce. Visitando l’esposizione il pubblico troverà le risposte alle domande più ricorrenti: perché i Macchiaioli sono nati in Toscana? Possono ritenersi i pittori del Risorgimento? Perché sono considerati un’avanguardia europea?

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